VaR

VaR – Value at Risk – cos’è? Quando viene impiegato?

Il VaR, ossia Value at Risk, è uno strumento statistico utilizzato principalmente da istituti finanziari per misurare e quantificare il livello di rischio finanziario all’interno di una impresa o di un portafoglio di investimenti.

Esso rappresenta dunque la perdita massima ipotizzabile di una impresa o di un portafoglio di investimenti.

Ovviamente nell’ipotizzare la perdita, il modello prende in considerazione una serie di fattori, correlati tra loro, che possono influire negativamente o positivamente sulle attività finanziare detenute. A questi fattori, l’operatore ne associa una distribuzione e una probabilità.

Le caratteristiche del VaR

 

Due caratteristiche rilevanti del VaR sono l’orizzonte temporale e la confidenza statistica con cui è costruito.

L’orizzonte temporale, riflette il tempo necessario a liquidare un investimento in caso di perdita. Solitamente, l’orizzonte temporale è di 1 giorno fino a 10 giorni mentre il livello di confidenza statistica è pari al 95% o in alcuni casi al 99%.

Di seguito, un esempio concreto per chiarirne l’utilizzo:

Supponiamo che all’interno di una banca di investimento X, si voglia accurare la perdita massima di un portafoglio Y, in un lasso di tempo di 2 giorni, con un’accuratezza del 99%.

Nella costruzione statistica del VaR, la banca X include alcuni fattori di rischio ritenuti rilevanti e ne associa una determinata probabilità.

Una volta applicati i precedenti parametri, il VaR accosta al portafoglio Y un valore di 10 milioni di euro.

La Banca X può dunque dedure che nell’arco dei 2 giorni e con una probabilità del 1%, il portafoglio Y rischia una svalutazione massima di 10 milioni di euro.

 

Quando viene impiegato il VaR?

 

Il VaR viene, generalmente, impiegato nel calcolare il valore minimo necessario di capitale per poter fare fronte a possibili perdite di attività finanziare.

Questo strumento viene solitamente applicato nella valutazione di portafogli azionari, obbligazionari e di prodotti finanziari.

Di conseguenza, il VaR consente di formulare un’ipotesi sul valore incerto dell’attività finanziaria alla fine dell’orizzonte temporale scelto per la valutazione, associandone per di più un livello di confidenza statistica.

Nonostante un ruolo rilevante nel settore finanziario, il VaR presenta alcune incertezze. Uno dei dilemmi principali è l’inesistenza di un protocollo standard per le statistiche utilizzate nel determinare il rischio di impresa o il rischio del portafoglio finanziario.

Ad esempio, se le statistiche sono fondate soltanto su un periodo con bassa volatilità, senza tener conto di eventi estremi e sottovalutandone inoltre le probabilità di distribuzione, si correre il rischio di ottenere un valore sottostimato e non veritiero del VaR.

Purtroppo, questi problemi sono stati evidenziati in particolare nella crisi finanziaria del 2008, in quanto i calcoli del VaR hanno letteralmente sottovalutato il potenziale verificarsi di eventi di rischio dei mutui Subprime. Di conseguenza, gli istituiti finanziari non son stati più in grado di coprire i miliardi di dollari persi, rischiando pertanto il fallimento.

 

Contributor: Andrea Panzitta

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