I titoli auriferi sono società i cui ricavi e profitti sono strettamente collegati al prezzo dell’oro. In teoria, un aumento del valore del metallo prezioso dovrebbe riflettersi anche sui titoli delle aziende minerarie. Tuttavia, nonostante il recente record del prezzo dell’oro, le azioni delle società minerarie (circa 85 aziende quotate con una capitalizzazione complessiva di circa 325 miliardi di dollari) non hanno registrato lo stesso trend positivo.
Negli ultimi due anni, i titoli auriferi hanno significativamente sottoperformato rispetto all’oro. Per comprendere le dinamiche di questo fenomeno e anticipare quando i titoli minerari potrebbero tornare a sovraperformare, è fondamentale analizzare diversi fattori.
L’aumento di prezzo dell’oro
L’oro è tradizionalmente considerato un “rifugio sicuro” in tempi di incertezza economica e geopolitica. Questo metallo prezioso protegge dall’inflazione e offre una diversificazione rispetto al dollaro americano, caratteristiche che hanno contribuito alla sua sovraperformance rispetto all’indice S&P negli ultimi due anni.
- Fattori geopolitici
Gli eventi geopolitici hanno avuto un impatto significativo sul prezzo dell’oro. La guerra in Ucraina e il conflitto in Medio Oriente hanno spinto gli investitori verso l’oro come bene rifugio. Questi conflitti hanno aumentato l’instabilità globale, rendendo l’oro una scelta preferita per proteggere il valore degli investimenti.
In particolare, la decisione degli Stati Uniti di congelare gli asset in dollari della banca centrale russa in risposta all’invasione dell’Ucraina, ha avuto conseguenze rilevanti.
- Il ruolo delle Banche Centrali
Le banche centrali hanno svolto un ruolo cruciale nell’aumento del prezzo dell’oro. Hanno aumentato i loro acquisti di oro a livelli record, con la People’s Bank of China, che ha rappresentato oltre il 70% degli acquisti complessivi di oro da parte delle banche centrali nell’ultimo anno. Questo incremento è stato guidato dalla necessità di ridurre la dipendenza dal dollaro americano e di proteggersi contro potenziali sanzioni economiche e politiche.
- Consumo dei consumatori cinesi
Anche i consumatori cinesi hanno contribuito alla crescita del prezzo dell’oro. La crisi immobiliare e il calo dell’Hang Seng Index (HSI), il principale indice azionario della Borsa di Hong Kong, hanno spinto molti investitori cinesi a cercare rifugio nell’oro. Vedendo diminuire la propria ricchezza netta, i consumatori hanno investito pesantemente in oro come mezzo di conservazione del valore.
Perché i titoli auriferi non riflettono lo stesso aumento
Nonostante l’aumento del prezzo dell’oro, i titoli auriferi non hanno registrato la stessa crescita. Questo può essere attribuito a diversi fattori:
- Profilo degli acquirenti: le banche centrali e i consumatori cinesi non sono tipici acquirenti di azioni aurifere. Le banche centrali raramente investono in specifici sottosettori del mercato azionario, mentre gli investitori cinesi retail tendono a non investire in azioni di aziende occidentali.
- Denominazione in dollari: i titoli auriferi sono denominati in dollari e i loro profitti sono anch’essi nella stessa valuta. Questo significa che non offrono una diversificazione rispetto al dollaro, rendendoli meno attraenti per gli investitori che cercano di proteggersi dalla volatilità del dollaro stesso.
- Dinamiche di vendita in Occidente: mentre l’Asia orientale aumentava i suoi acquisti di oro, molti investitori occidentali vendevano le loro posizioni, come evidenziato dall’andamento degli ETF sull’oro negli ultimi due anni. Con rendimenti reali privi di rischio più elevati, gli investitori occidentali hanno preferito vendere oro e investire in dollari.
Prospettive per i titoli auriferi
Perché i titoli auriferi tornino a sovraperformare, probabilmente sarà necessario un deciso abbassamento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve.