La gestione del proprio portafoglio attraverso i più recenti avanzamenti nel campo dell’intelligenza artificiale si sta sempre più affermando come buona pratica.
Modelli di intelligenza artificiale per il portafoglio finanziario
I passi da gigante compiuti negli ultimi anni, dalle ricerche in campi quali la robotica, la psicometria e l’intelligenza artificiale hanno avuto i loro effetti anche sulla finanza e sulle possibilità di diversificazione degli investimenti, considerato che gli hedge fund sono tornati ad investire in tecniche di machine learning.
Tra i più diffusi limiti, incontrati da ogni investitore nella scelta dei prodotti e delle strategie più efficaci, vi era la difficoltà di dover analizzare gigantesche quantità di informazioni e variabili sui mercati. Grazie alla capacità di calcolo e, alla efficienza degli algoritmi, di cui ci si può facilmente avvalere oggi, considerando la mole di dati utilizzabili, per compiere le scelte ottimali, la robotica e l’intelligenza artificiale sono ormai strumenti imprescindibili anche al di là dei modelli d’investimento canonici.
Se alcuni dei più interessanti modelli di intelligenza artificiale e di processi non lineari di machine learning, legati cioè alla capacità di una macchina di apprendere, attraverso più livelli di calcolo e di prendere decisioni, non hanno portato ad avanzamenti teorici soddisfacenti in molti campi di ricerca, nella pratica finanziaria le cose sono andate in modo decisamente diverso.
Paradosso di Moravec
Nell’ambito delle scienze pure e applicate, i risultati dei test di intelligenza artificiale non sempre hanno portato ai risultati sperati. In particolar modo, alcune delle più basiche capacità umane, come l’innata possibilità di compiere movimenti relativi allo spazio e al contesto circostante, richiedono una capacità di calcolo spropositata se si utilizza una macchina.
Di pari passo, tuttavia, l’analisi di un imponderabile mole di dati quantitativi è molto più immediata ed efficiente per un modello algoritmico di quanto non potrebbe mai essere per un cervello umano.
Questo, in estrema sintesi, è il paradosso che prende il nome dallo studioso Hans Moravec, e che dimostra quanto l’utilizzo di modelli di intelligenza artificiale possa essere una scelta utile nella gestione di portafogli di investimenti complessi e diversificati. Attraverso una minima capacità di calcolo la gran parte di modelli di IA è in grado di valutare variabili, che la mente umana più esperta difficilmente potrebbe anche solo tenere in considerazione. Grazie a questi strumenti, affiancati al supporto di un consulente finanziario che personalizza il portafoglio in funzione degli obiettivi, delle esigenze e dell’ottica temporale dell’investitore, si possono godere i benefici di una valutazione risk-adjusted altrimenti irraggiungibile.