Perché investire?

Perché investire?

Nel 2020, soltanto il 33% degli italiani ha partecipato attivamente ai mercati finanziari. La parte restante, vuoi per una mancata pianificazione degli investimenti, vuoi per una mancanza di fiducia e un basso livello di conoscenza finanziaria, si è accontenta di mantenere i propri risparmi sul conto corrente, conti deposito e investimenti monetari.

Gli italiani tendono a investire poco. Preferiscono non investire per evitare qualsiasi rischio. Tradotto: “non investo i miei risparmi, così rinuncerò al rendimento ma almeno azzero i rischi”.

Tuttavia, il loro ragionamento è errato per i seguenti motivi:

  • non tiene in considerazione l’inflazione.
  • non considera l’effetto della capitalizzazione composta.
  • gli investimenti hanno sempre remunerato il rischio sul lungo periodo.

Erosione Potere d’Acquisto

Erosione Potere d’Acquisto

L’inflazione possiede la capacità di erodere i risparmi parcheggiati “sotto il materasso” o sul conto corrente, vanificando qualsiasi sforzo del vostro risparmio. Guardando solo all’Italia, il potere erosivo dell’inflazione dal 1900 al 2020 ha avuto effetti devastati sul potere d’acquisto dei risparmiatori. Soltanto nel periodo dal 1960 al 2020, qualora non avessimo investito, i nostri 100.000 euro risparmiati avrebbero progressivamente perso potere d’acquisto, fino a valere meno di 5.000 euro. Ovvero una perdita del potere d’acquisto del 96%. La Tabella 1 illustra ulteriormente l’effetto drammatico dell’inflazione sul potere d’acquisto dei risparmiatori in Italia dal 1960-2020. Da notare che ugualmente in un lasso temporale ridotto, 20 anni, il potere d’acquisto è diminuito del 25%.

Tabella 1

wdt_ID Periodo 1960-2020 Erosione Potere di Acquisto
1 Variazione ultimi 20 anni -25%
2 Variazione ultimi 30 anni -48%
3 Variazione ultimi 40 anni -79%
4 Variazione ultimi 50 anni -94%
5 Variazione ultimi 60 anni -96%

Fonte: ISTAT, 2020

Figura 1: Erosione Potere di Acquisto per un capitale di 100.000€

La Capitalizzazione Composta degli Interessi

La Capitalizzazione Composta degli Interessi

La maggior parte degli italiani non conosce o sottovaluta la capitalizzazione composta degli interessi. Einstein l’ha definita la più grande scoperta matematica di tutti i tempi e l’ottava meraviglia del mondo.

In regime di capitalizzazione composta il risparmiatore reinveste gli interessi incassati. In questo modo gli interessi prodotti in ogni singolo periodo si considerano a loro volta fruttiferi nei periodi successivi. In altre parole, gli interessi maturati in ogni periodo si aggiungono al capitale iniziale e vengono successivamente reinvestiti.

Ovviamente più gli interessi sono elevati e la durata temporale lunga, più l’effetto della capitalizzazione composta è visibile.

Di seguito, vedremo una simulazione del rendimento di un patrimonio di 100.000€ investito per 30 anni con un rendimento medio del 5% nei 2 regimi. Tale simulazione è utile a capire il potenziale della capitalizzazione composta.

Figura 2: Evoluzione Interesse Semplice e Composto

wdt_ID Anni Interesse Semplice Intresse Composto
1 0 0 0
2 1 5.000 5.000
3 2 10.000 10.250
4 3 15.000 15.763
5 4 20.000 21.551
6 5 25.000 27.628
7 6 30.000 34.010
8 7 35.000 40.710
9 8 40.000 47.746
10 9 45.000 55.133
11 10 50.000 62.889
12 11 55.000 71.034
13 12 60.000 79.586
14 13 65.000 88.565
15 14 70.000 97.993
16 15 75.000 107.893
17 16 80.000 118.287
18 17 85.000 129.202
19 18 90.000 140.662
20 19 95.000 152.695
21 20 100.000 165.330
22 21 105.000 178.596
23 22 110.000 192.526
24 23 115.000 207.152
25 24 120.000 222.510
26 25 125.000 238.635
27 26 130.000 255.567
28 27 135.000 273.346
29 28 140.000 292.013
30 29 145.000 311.614
31 30 150.000 332.194

Come possiamo osservare, con la capitalizzazione semplice, cioè senza reinvestire gli utili, otteniamo un valore totale di interessi di 150.00€ in 30 anni contro i 332.194€ che ricaviamo con la capitalizzazione composta, ossia reinvestendo gli utili. Nel primo caso il capitale è diventato 250.000€, nel secondo 432.194€. Una differenza di ben 182.194€, ovvero del 73%. (Figura 3)

Figura 3: Capitalizzazione Semplice e Composta

Investire Remunera il Rischio

Investire Remunera il Rischio

Negli ultimi 50 anni i mercati finanziari hanno premiato gli investitori.

Il rendimento nominale delle azioni mondiali negli ultimi 50 anni è stato del 8,5% mentre il rendimento nominale delle obbligazioni è stato del 7,8%.

Per il risparmiatore è fondamentale proteggere il suo potere di acquisto, per questo motivo è consigliabile ragionare sul rendimento reale, dato dal rendimento nominale meno l’inflazione.

Bene, anche depurando i rendimenti dall’effetto erosivo dell’inflazione, negli ultimi 50 anni le azioni mondiali hanno mediamente reso il 5,5% all’anno, mentre un paniere di obbligazioni mondiali ha reso il 4,8% all’anno (Figura 4).

Figura 4: Mondo, Rendimento  Annualizzato Reale

Fonte: Credit Suisse Global Investment return Yearbook, 2020

Possiamo quindi affermare che, fino ad oggi, i mercati finanziari su orizzonti temporali di medio-lungo termine, hanno ampiamente remunerato il rischio dell’investimento.

Chi ha investito nei mercati finanziari non soltanto ha protetto il proprio potere d’acquisto ma lo ha incrementato costantemente.

 

Menu
error: Copyright, diritto d\'autore e proprietà intellettuale dei contenuti.
× Chatta con noi