Nonostante la crescita ridotta delle Borse cinesi (crescita del 6% dell’indice CSI 300), si chiude uno dei mesi più soddisfacenti della storia per le Borse dell’area Asia Pacifico. In testa Singapore, con un guadagno del 16%, la Corea del Sud segna un + 15%, l’Indonesia un + 13%, l’Australia un +12%, il Giappone un +11% ed infine l’India con un + 8%. Detto ciò, questa mattina, in parte anche dovuto al calo dei future di Wall Street, i listini azionari sono in leggero ribasso. Il Nikkei perde lo 0,7%, quello di Hang Seng di Hong Kong lo 0,8%, e il Kospi di Seul lo 0,9%. In contro tendenza, l’indice CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen che guadagna un +1%.
I dati macroeconomici suggeriscono che la Cina stia accelerando. L’indice sulle aspettative degli acquisti delle aziende manifatturiere ha raggiunto i massimi degli ultimi tre anni. Guidato principalmente dalla domanda domestica, seppur lievemente, cresce anche la domanda estera.
In Europa, il future dell’indice EuroStoxx 50 è in calo dello 0,7%. Anche in avvio di seduta, il trend dei future è mantenuto nelle principale Borse europee. Dax di Francoforte -0,7% e Ftse Mib di Milano – 1,1%.
Mercato delle valute poco mosso. Euro dollaro rimane sui massimi di agosto a 1,197.
Brent in calo dell’1,5% a 47,5 dollari. Le indiscrezioni indicano che non si sia ancora trovato un accordo per prolungare la riduzione della produzione del greggio.