Il rialzo dei tassi previsto nel 2023 torna a spaventare i mercati. Ieri sera l’S&P500, il quale ha raggiunto mercoledì i massimi della storia, ha perso l’1,5% mentre l’indice dei tech ha perso circa il 3%. Durante la pandemia, i tech hanno usufruito di un afflusso di capitale da parte dei governi e banche senza precedenti. Ora che un aumento dei tassi è più concreto nel medio lungo periodo, il settore non beneficerà più di questo eccesso di liquidità. Infine, le rassicurazioni di mercoledì di Jerome Powell sul mantenimento di una politica monetaria espansiva non hanno rimosso completamente le preoccupazioni dei mercati, in particolare quello azionario. Continuano le vendite sulle obbligazioni. Treasury Note a dieci anni salito a 1,75%.
In scia al ribasso di Wall Street, le Borse dell’Asia Pacifico sono tutte in ribasso.
Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen è in ribasso del 2,5%. Tensioni diplomatiche al vertice in Alaska tra le diplomazie di Cina e Stati Uniti. Introdotto il tema delle politiche repressive di Pechino nello Xinjiang, a Hong Kong ed a Taiwan. Anche l’Hang Seng di Hong Kong è in calo, perde il 2%, così come il Nikkei di Tokyo -1,2%.
Anche in Europa, la seduta inizia in ribasso. L’ Indice EuroStoxx 50 perde lo 0,5%, il Dax di Francoforte lo 0,6% e il Ftse Mib di Milano lo 0,9%.
Infine, il prezzo del petrolio WTI è inizialmente sceso sotto quota 60 dollari il barile, per poi ritornare sopra. Ora siamo a 60,25 dollari il barile.