Venerdì 17 novembre, l’agenzia di rating Moody’s ha aggiornato la sua valutazione dei titoli di Stato italiani con effetto sorpresa, confermando il rating Baa3, il livello più basso tra i giudizi di investment grade, ma alzando l’outlook – la previsione sul loro andamento futuro – da “negativo” a “stabile”. L’agenzia ha spiegato che la decisione riflette una stabilizzazione nelle prospettive per la solidità economica del paese, la salute del suo settore bancario e le dinamiche del debito pubblico.
Il giudizio di Moody’s
In Italia è arrivato il tanto atteso responso da parte dell’agenzia di rating Moody’s, che ha optato su un rialzo dell’outlook, strumento valutativo che indica la previsione sulla stima di crescita a medio e lungo termine. L’azienda ha confermato quindi il rating a Baa3, portando però l’outlook a livello stabile.
Moody’s aveva deciso di abbassare l’outlook da stabile a negativo poco dopo la caduta del governo Draghi, risalente a luglio del 2022, rendendo concreto il rischio di una bocciatura sul debito pubblico. Le prime tre valutazioni, fatte rispettivamente dalle principali agenzie di rating S&P, Dbrs e Fitch, avevano lasciato immutati entrambi i valori e dunque le prospettive sul debito pubblico dell’Italia, nonostante si fosse verificato un rallentamento dell’economia.
“I livelli di debito dell’Italia resteranno elevati. Ridurre il deficit nei prossimi anni sarà essenziale per la futura traiettoria del debito dato il differenziale fra la crescita nominale e i tassi di interesse, che tornerà negativo nel 2025, chiedendo all’Italia un surplus primario per stabilizzare il debito“. Ha affermato Moody’s nella sua nota di giudizio sull’Italia.
Inoltre, la società prevede che il rapporto debito/PIL sarà pari al 140,3% nel 2023, in calo rispetto al 141,7% nel 2022, ma circa 6 punti percentuali in più rispetto a prima della pandemia – e ha aggiunto che “Il debito rimarrà sostanzialmente stabile intorno a questo livello fino alla fine di questo decennio“.
Le prospettive odierne secondo l’agenzia di rating
Attualmente, per Moody’s “le prospettive di breve termine dell’Italia sono sostenute dall’attuazione del Pnrr ma anche dai recenti miglioramenti del settore bancario. I rischi legati alle forniture energetiche sono diminuiti in parte per il clima buono dello scorso inverno, ma anche per le azioni del governo“, anche se l’agenzia invita a ridurre il debito italiano troppo elevato e ammonisce sulle dinamiche del Pnrr.
Questo risultato è importante perché evita l’insorgere di nuove incognite sul debito italiano e permette di proseguire sulla giusta strada, favorita anche dal calo dell’inflazione e dai suoi riflessi sulla politica monetaria, che dopo le decisioni della BCE e della Federal Reserve nell’ultimo mese ha portato lo spread con i Bund, titoli di Stato emessi dal governo tedesco, da 207 a 176 punti.
“Accolgo con molta soddisfazione la pronuncia di questa sera. E’ una conferma che, seppure tra tante difficoltà stiamo operando bene per il futuro dell’Italia”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti commenta la pronuncia di Moody’s. “Quindi, alla luce del giudizio espresso da Moody’s e delle altre agenzie di rating, ci auguriamo che le prudenti, responsabili e serie politiche di bilancio del governo, pur nelle legittime critiche di un sistema democratico, siano confermate anche dal Parlamento”.
Investitori senza paure
Nonostante il giudizio di Moody’s sia stato reso pubblico solamente negli ultimi giorni, gli investitori avevano buone aspettative, come dimostra l’andamento dei titoli di Stato. Il motivo di tanta sicurezza tra gli investitori è piuttosto intuibile: nell’ultima “credit opinion” di maggio, metodo utilizzato per valutare sia i titoli obbligazionari, sia le imprese stesse in base al loro rischio finanziario e Rischio di credito, Moody’s aveva dichiarato gli eventi determinanti per un declassamento dell’Italia. L’agenzia indicava tra i motivi un indebolimento significativo dell’economia e della forza finanziaria, un minore impegno da parte del Governo di implementare il Pnrr, il ritorno di una crisi energetica e i segnali di un significativo aumento della dinamica del debito. Tutti i temi specificati da Moody’s sono ancora fortemente critici per l’Italia, ma ad oggi, non si sono verificati.