Il mercato obbligazionario europeo ha recentemente assistito a un evento che fino a pochi anni fa sarebbe stato impensabile: i rendimenti dei titoli di stato francesi a cinque anni hanno superato quelli dei titoli di stato greci. In particolare, il confronto tra i GGB 3 ⅞ 03/12/29 (titoli greci) e i FRTR 2 ¾ 02/25/29 (titoli francesi) evidenzia un ribaltamento delle dinamiche di rischio percepito, con i titoli greci che offrono rendimenti leggermente inferiori rispetto a quelli francesi. Questa svolta solleva numerosi interrogativi sugli equilibri macroeconomici e fiscali nell’Eurozona e sulle aspettative degli investitori.
Le radici della crisi: la Grecia e la Francia a confronto
Per comprendere appieno la portata di questo fenomeno, è necessario ripercorrere le tappe principali che hanno condotto a questa inversione. La Grecia è stata a lungo vista come un paese ad alto rischio nell’Eurozona, soprattutto dopo la crisi del debito sovrano del 2010. I rendimenti dei titoli di stato greci erano tra i più alti in Europa, riflettendo una forte incertezza sulla capacità del paese di onorare i propri impegni finanziari. L’intervento della troika (Commissione Europea, BCE e FMI), sebbene fondamentale per evitare il default, ha comportato misure di austerità draconiane che hanno messo a dura prova l’economia greca. Tuttavia, a partire dal 2018, la Grecia ha gradualmente riconquistato la fiducia dei mercati, grazie a una serie di riforme strutturali che hanno migliorato la sostenibilità delle finanze pubbliche.
Al contrario, la Francia, considerata tradizionalmente una delle economie più solide dell’Eurozona, ha visto un progressivo deterioramento del suo quadro fiscale negli ultimi anni. Sebbene non abbia mai affrontato una crisi di debito paragonabile a quella greca, la Francia ha accumulato un debito pubblico elevato, con un deficit che nel 2023 ha raggiunto il 5,5% del PIL, ben al di sopra del limite del 3% stabilito dal Patto di Stabilità e Crescita dell’Unione Europea. Il governo francese ha annunciato una serie di misure correttive, ma l’implementazione di riforme strutturali è stata spesso ostacolata da resistenze politiche e sociali. La conseguenza è che i mercati hanno iniziato a percepire un rischio crescente anche per la Francia, una dinamica che si riflette nel rialzo dei rendimenti dei titoli di stato francesi.
Il ruolo del mercato obbligazionario: un termometro della fiducia
I titoli di stato sono uno strumento chiave per valutare la fiducia dei mercati nella capacità di un governo di onorare i propri debiti. Quando il rendimento di un titolo di stato aumenta, significa che i mercati richiedono una remunerazione più alta per compensare un rischio percepito maggiore. Al contrario, rendimenti più bassi indicano una fiducia maggiore nella solidità fiscale e nella capacità del governo di mantenere una gestione prudente delle finanze pubbliche.
Nel caso del confronto tra i GGB e i FRTR, il sorpasso dei rendimenti greci rispetto a quelli francesi segna una svolta significativa. Mentre in passato i titoli greci erano considerati estremamente rischiosi, oggi la Grecia è vista come un paese in via di stabilizzazione, con un bilancio pubblico sotto controllo. Questo miglioramento è stato favorito anche dal sostegno della BCE, che ha acquistato massicciamente titoli di stato greci attraverso il programma di acquisto di titoli nell’ambito delle misure straordinarie post-pandemia.
Un debito pubblico “colossale”: il problema della Francia
Il vero punto di rottura nel confronto tra Grecia e Francia è l’enorme debito pubblico francese, che ha raggiunto i 3.228,4 miliardi di euro a fine giugno 2024. In termini assoluti, si tratta del debito più alto dell’Unione Europea, superando persino quello italiano. Sebbene la Francia continui a godere di una posizione relativamente solida nei mercati finanziari, grazie alla sua economia diversificata e al suo status di membro chiave dell’Eurozona, il progressivo deterioramento dei conti pubblici sta sollevando crescenti preoccupazioni tra gli investitori.
Il governo francese, guidato da Michel Barnier, ha annunciato un piano di austerità che prevede tagli alla spesa pubblica per un totale di 60 miliardi di euro entro il 2025. Tuttavia, questo sforzo potrebbe non essere sufficiente a invertire la tendenza se non accompagnato da riforme strutturali più profonde. La resistenza sociale a misure di austerità, combinata con una crescita economica modesta, potrebbe limitare la capacità del governo di ridurre il deficit nei tempi previsti.
La Grecia: da malato d’Europa a simbolo di resilienza
Il caso della Grecia è altrettanto straordinario, ma in senso opposto. Dopo essere stata soprannominata il “malato d’Europa” durante la crisi del debito sovrano, la Grecia è riuscita a risollevarsi attraverso un rigoroso controllo delle finanze pubbliche e riforme strutturali che hanno migliorato la competitività dell’economia. La riduzione del debito e del deficit ha permesso al governo greco di riconquistare la fiducia dei mercati internazionali, con il risultato che i rendimenti dei titoli di stato sono scesi drasticamente negli ultimi anni.
Il sostegno della BCE ha svolto un ruolo cruciale in questo processo, ma è stato anche il frutto di una gestione fiscale oculata da parte del governo greco, che ha evitato di ricadere nelle vecchie abitudini di spesa eccessiva. Sebbene la strada verso una piena stabilità economica sia ancora lunga, il progresso compiuto dalla Grecia negli ultimi anni rappresenta un importante esempio di come sia possibile riconquistare la fiducia dei mercati attraverso riforme strutturali e una gestione prudente delle finanze pubbliche.
Dinamiche europee: cosa ci dicono i mercati obbligazionari?
Il sorpasso dei titoli greci su quelli francesi rappresenta un esempio lampante delle complesse dinamiche che caratterizzano i mercati obbligazionari europei. Gli investitori non valutano solo il livello assoluto di debito o deficit, ma anche la credibilità dei governi nell’attuazione delle politiche fiscali e delle riforme necessarie per garantire la sostenibilità del debito nel lungo periodo. In questo senso, la Francia si trova in una posizione difficile, con un governo che ha difficoltà a implementare riforme incisive, mentre la Grecia ha dimostrato una maggiore determinazione nel risanamento delle finanze pubbliche.
In conclusione, il mercato obbligazionario europeo si sta rivelando un indicatore sempre più sensibile della capacità dei governi di gestire le proprie finanze in modo sostenibile. Il sorpasso dei rendimenti francesi su quelli greci è solo l’ultimo esempio di come i mercati siano pronti a premiare i paesi che dimostrano disciplina fiscale e a penalizzare quelli che, come la Francia, faticano a mantenere sotto controllo il proprio debito. Sarà interessante osservare come evolveranno queste dinamiche nei prossimi anni, soprattutto in un contesto di incertezza economica globale e di crescente pressione fiscale in tutta Europa.