La Cina vara un articolato pacchetto di misure a sostegno dell’economia e taglia ancora il tasso di interesse

La Cina, seconda economia mondiale, si trova oggi a fronteggiare una fase di grande vulnerabilità economica, tra crisi del mercato immobiliare, tensioni commerciali globali e la minaccia di una deflazione prolungata. In risposta allo scenario macroeconomico attuale del Paese, la Banca centrale cinese (PBoC), nella scorsa settimana, ha annunciato una serie di misure di stimolo economico, nel tentativo di rilanciare la crescita e rassicurare gli investitori. Queste misure, che comprendono tagli significativi ai tassi di interesse e al coefficiente di riserva obbligatoria (RRR) delle banche, rappresentano un passo fondamentale per cercare di evitare una spirale deflazionistica e riportare l’economia verso un percorso di stabilità. Ma vediamo nel dettaglio la manovra e confrontiamola con la strategia della FED.

Crisi economica e timore di deflazione

Negli ultimi mesi, i dati economici cinesi hanno rivelato una crescita più lenta del previsto, con segnali di debolezza diffusi in settori chiave, come quello immobiliare e manifatturiero. La crisi del colosso immobiliare Evergrande, unito alle difficoltà di altre aziende come Country Garden, ha innescato un’ondata di incertezze che ha spinto gli investitori a chiedersi se il sistema economico cinese fosse davvero in grado di sostenere il ritmo di sviluppo necessario per evitare una recessione. Parallelamente, la crescita dei prezzi al consumo è rallentata al punto di rischiare una deflazione, fenomeno che potrebbe compromettere ulteriormente la capacità di ripresa dell’economia.

Le misure della Banca centrale: un pacchetto su più fronti

Per rispondere a queste sfide, il governatore della Banca centrale, Pan Gongsheng, ha annunciato un intervento su larga scala volto a stimolare la liquidità nel sistema finanziario. Tra i punti salienti del pacchetto troviamo:

  • Taglio del coefficiente di riserva obbligatoria (RRR): ridotto di 50 punti base, questo strumento permette alle banche di disporre di maggiori risorse da destinare a prestiti e finanziamenti, con l’obiettivo di stimolare i consumi e gli investimenti. Il taglio potrebbe generare un’iniezione di circa 1.000 miliardi di yuan (142 miliardi di dollari) di liquidità nei mercati finanziari.

  • Riduzione dei tassi di interesse sui mutui esistenti: uno dei settori più in difficoltà, l’immobiliare, beneficerà di una riduzione dei tassi sui prestiti ipotecari esistenti, con l’intento di allineare i tassi dei mutui in essere a quelli delle nuove emissioni. Ciò dovrebbe alleviare il peso finanziario sui mutuatari e incentivare il mercato immobiliare.
  • Unificazione dei requisiti di acconto per la prima e seconda casa: il tasso minimo di acconto sarà unificato al 15% per entrambe le tipologie di abitazione, favorendo in tal modo l’accesso al credito e incentivando gli acquisti immobiliari, in un contesto in cui l’immobiliare contribuisce per oltre un quarto del PIL nazionale.

Un contesto globale complesso: il parallelo con la Fed

Le misure varate dalla PBoC giungono in un contesto internazionale segnato dal ciclo di allentamento della politica monetaria, avviato dalla Federal Reserve statunitense con il taglio dei tassi di interesse di 50 punti base. La Fed, come molte altre banche centrali, ha agito per contrastare i segnali di rallentamento economico globale e le pressioni deflazionistiche. Questo ha concesso alla Cina maggiore margine di manovra per intervenire, senza il timore di assistere a una fuga di capitali o a una svalutazione eccessiva della propria valuta.

A differenza della Fed, che utilizza principalmente un tasso di riferimento centrale per influenzare l’economia, la PBoC adotta una gamma più ampia di strumenti, tra cui i tassi repo a 7 giorni, i tassi sui depositi e i prestiti ipotecari. Questa flessibilità consente alla Cina di affrontare contemporaneamente una varietà di sfide economiche, adattando la politica monetaria ai bisogni specifici del proprio mercato.

Obiettivi di crescita e sfide future

L’obiettivo dichiarato del governo di Pechino per il 2024 è di una crescita “circa del 5%”. Tuttavia, questo target sembra sempre più ambizioso, alla luce delle recenti difficoltà economiche. Gli analisti prevedono che le misure di stimolo introdotte dalla PBoC possano contribuire a invertire il trend negativo, almeno nel breve termine. Tuttavia, la sostenibilità a lungo termine di questa ripresa dipenderà dalla capacità del governo cinese di affrontare le radici strutturali dei problemi, inclusa la crisi del debito delle aziende immobiliari e la debolezza della domanda interna.

Un elemento di grande preoccupazione è rappresentato dal rischio che queste misure possano rallentare le riforme strutturali tanto necessarie per evitare il ripetersi delle crisi. Sebbene la liquidità aggiuntiva e i tassi di interesse ridotti possano alleviare le tensioni a breve termine, il paese dovrà affrontare problemi più profondi per mantenere la crescita su un sentiero stabile.

Il futuro del mercato azionario cinese

Dopo anni di discesa, il mercato azionario cinese sembra aver accolto positivamente le ultime novità. La notizia del pacchetto di stimolo ha portato a un rally significativo, con gli investitori che sperano in una ripresa dei consumi e degli investimenti. Tuttavia, la volatilità rimane elevata, e il successo delle misure sembra rimanere appeso alle capacità del governo di mantenere la fiducia degli investitori, soprattutto in un contesto globale incerto e con tensioni geopolitiche in crescita.

 

 

 

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