Il panorama economico della zona euro è caratterizzato da un’inflazione in rallentamento e da una crescente attesa per un possibile intervento della BCE, soprattutto in merito a un potenziale taglio dei tassi di interesse. Ecco gli ultimi sviluppi nell’area dell’euro e le considerazioni della BCE.
Le previsioni di giugno: è arrivato il momento del primo taglio dei tassi nell’Eurozona?
Manca solo un elemento per completare il quadro: i dati sui salari, attesi per maggio. Per il resto, tutto sembra indicare giugno come mese del primo taglio dei tassi nella zona euro. L’ultima conferma a favore di un’iniziale politica di allentamento arriva dall’inflazione, scesa al 2,4% a marzo rispetto al 2,6% di febbraio, battendo le previsioni.
Anche i numeri sulla disoccupazione, stabile al 6,5% il mese scorso, alimentano l’idea di un possibile abbassamento del costo del denaro da parte della BCE. Alcuni analisti non escludono sorprese già alla fine del prossimo incontro. Tuttavia, nonostante la fragilità dell’economia della zona euro, le probabilità di un’azione imminente sono minime, intorno al 10%, mentre il taglio a giugno è ampiamente atteso dai mercati, che si aspettano altre riduzioni entro la fine dell’anno.
Inflazione Eurozona e indice Core
Si registra anche un rallentamento nel dato core, il rilevamento della variazione dei prezzi di beni e servizi destinati ai consumatori. Il rallentamento dell’inflazione nei venti paesi dell’euro è stato determinato soprattutto dall’andamento dei prezzi dei generi alimentari, dell’energia e dei beni industriali. Su base mensile, l’aumento è stato dello 0,8%, mentre l’indice core, attentamente monitorato dall’Eurotower per valutare le reali pressioni inflazionistiche, è sceso al 2,9% dal precedente 3,1%. L’unica potenziale preoccupazione per Francoforte riguarda l’inflazione dei servizi, rimasta stabile al 4% per il sesto mese consecutivo, segno che la dinamica salariale continua a mantenere i prezzi del settore sotto costante pressione.
Nonostante tutti i membri del consiglio direttivo della BCE abbiano aperto alla possibilità di un taglio a giugno, alcuni esponenti temono che agire troppo presto rispetto alla Federal Reserve possa essere controproducente. Un allentamento potrebbe infatti indebolire l’euro e far aumentare l’inflazione importata.
A questo proposito è intervenuto il governatore della Banca Centrale Austriaca, Robert Holzmann, considerato il membro più falco dell’Eurotower. “Se i dati lo consentiranno, verrà presa una decisione: non ho un’obiezione di principio all’allentamento di giugno”, ha affermato. Aggiungendo però che, se i colleghi Usa non facessero altrettanto, la reazione del mercato alla divergenza politica annullerebbe gran parte del beneficio di un taglio BCE. Per questo, secondo Holzmann, è necessaria cautela se si sceglie di agire da soli. Su questo punto si trovano d’accordo anche i trader, che guardano con crescente preoccupazione agli Stati Uniti, dove, dopo gli ultimi dati macroeconomici, la traiettoria dei tassi dei fondi federali è diventata più incerta.
Le prospettive della BCE
Gli analisti ritengono che la BCE rimarrà in attesa. Secondo loro, soprattutto due dati di marzo sono significativi: l’andamento dei prezzi dei generi alimentari, che stanno aumentando più lentamente, e l’inflazione di fondo, scesa sotto la soglia del 3% per la prima volta da febbraio 2022. Tuttavia, sono stati i beni di consumo durevoli a far scendere il tasso core, mentre i servizi sono aumentati del 4% per il sesto mese consecutivo. Questo dato potrebbe continuare a preoccupare Francoforte, poiché i prezzi dei servizi sono fortemente influenzati dalla crescita dei salari.
Christine Lagarde, Presidente della BCE – Banca Centrale Europea, ha deciso di mantenere inalterato il costo del denaro al 4,5%.
La crescita dei salari sembra aver raggiunto il suo picco, rimane alta l’incertezza sul fatto che la dinamica salariale si modifichi abbastanza da raggiungere l’obiettivo di inflazione del 2% ma il primo ribasso dei tassi di interesse a giugno ormai sembra quasi certo.