Nella conferenza stampa del 12/3 la presidente della BCE Christine Lagarde affermò che non era compito della BCE contenere gli spread.
Questo causò un forte innalzamento dello spread che arrivò a superare quota 300, oltre che il peggior calo giornaliero della storia per il principale indice azionario italiano (-16,9%).
Rispetto a queste parole fortunatamente un passo indietro c’è stato, difatti il 18/3 la BCE ha annunciato un nuovo quantitative easing dalla consistenza di 750 miliardi di €.
In questa maniera nasce il “Pandemic Emergency Purchase Programme” (PEPP), dopo che i soli 120 miliardi messi in campo nella precedente riunione non erano stati ritenuti sufficienti dagli investitori; questi acquisti andranno avanti sino alla fine 2020.
Il capital key che vorrebbe acquisti commisurati al peso di ciascun paese nel capitale della BCE, rimane, ma non sarà più stringente come in passato, ovvero gli acquisti potranno essere mirati a contenere gli spread dei paesi che ne hanno più bisogno.
Con questo nuovo QE la BCE potrà comprare titoli di debito pubblico (inclusi i titoli greci) e privato e i commercial papers.
La BCE pronta a rivedere i limiti che si è auto imposta
La banca centrale si è detta pronta a rivedere il tutto: “Nella misura in cui alcuni limiti auto-imposti potrebbero ostacolare l’azione che la Bce è tenuta a intraprendere per adempiere al suo mandato, il Consiglio direttivo prenderà in considerazione la possibilità di rivederli nella misura necessaria per rendere la sua azione proporzionata ai rischi che dobbiamo affrontare.
Il programma di acquisti terminerà quando il consiglio direttivo giudicherà che la crisi derivante dall’epidemia di corona virus sarà finita ma in ogni caso non prima della fine dell’anno”.
Queste misure hanno fatto scendere subito lo spread BTP-BUND sotto quota 200, e hanno visto i rendimenti di tutti i titoli di stato europei fortemente in diminuzione.
L’azione della Lagarde potrà permettere ai vari stati dell’UE di fare deficit, con la funzione di limitare i danni economici provocati da questa situazione. andando a limitare fortemente la spesa per gli interessi.
Contributo di Enrico Barbares