Gli Eurobond, un mezzo per rilanciare la competitività dell’Europa?

Un annuncio senz’altro importante, quello con cui a inizio anno la Commissione europea ha fatto sapere che nel primo semestre del 2023 vi saranno emissioni di Eurobond per un valore fino a 80 miliardi di euro. La novità principale però sta nella denominazione: tutte le nuove emissioni saranno infatti effettuate sotto la dicitura Eu-Bonds, mentre finora i nomi delle obbligazioni emesse cambiavano a seconda della destinazione d’uso dei fondi. Per fare alcuni esempi, le emissioni avvenute nell’ambito del piano varato per fare fronte alle conseguenze dell’emergenza Covid sono denominate Next Generation EU, mentre quelle destinate a finanziare la tutela dell’occupazione negli Stati membri si chiamano SURE e quelle per l’assistenza finanziaria agli Stati in difficoltà sono denominate MFA (Macro-Financial Assistance).

FONDI PER IL NEXTGEN EU E PER IL MFA

Dal lancio del primo bond nel giugno dello scorso anno, sono state effettuate emissioni per 170 miliardi, di cui 140 erogati a 22 Paesi comunitari, mentre altri 7,2 miliardi sono stati stanziati con l’MFA a favore dell’Ucraina. Le emissioni del prossimo semestre, ha precisato la Commissione, finanzieranno per 70 miliardi gli obiettivi del Next Generation EU e per 10 miliardi quelli dell’MFA, mentre continueranno a essere classificate come Green Bond le emissioni di titoli del debito finalizzate a finanziare la lotta all’inquinamento.

IL PROGETTO DI UN FONDO SOVRANO EUROPEO

A cosa serviranno i fondi raccolti tramite queste emissioni? Nei giorni scorsi la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha fatto sapere che l’esecutivo di Bruxelles sta studiando l’istituzione di un Fondo di Sovranità Europeo, da accompagnarsi eventualmente a un Fondo Green per la sovranità industriale europea, per supportare gli investimenti necessari all’economia Ue per la transizione energetica, climatica e tecnologica.

La bozza del progetto dovrebbe essere presentata al vertice straordinario del 9-10 febbraio; l’obiettivo è cercare di mantenere l’Europa competitiva nel confronto con Usa e Cina, che stanno mobilitando grandi quantità di risorse per sostenere le loro economie. Il timore, in particolare, è che l’Inflation Reduction Act varato dall’amministrazione Usa per supportare le imprese americane nella transizione ecologica possa danneggiare la competitività di quelle europee. Ecco che gli Eurobond potrebbero servire a fornire le risorse necessarie a finanziare l’istituzione di questi nuovi fondi, e quindi a tenere l’Ue al passo con i giganti dell’economia globale.

MAGGIORE CHIAREZZA SU EMITTENTI ED EMISSIONI

Secondo alcuni osservatori, inoltre, raggruppare tutte le emissioni di eurobond sotto un’unica dicitura può servire a potenziare la liquidità degli strumenti finanziari: per gli investitori che desiderano acquistare titoli di debito emessi dall’Unione europea significa finalmente la possibilità di ottenere una maggiore chiarezza su emittenti ed emissioni.

TITOLI SICURI COME I BUND, MA CON RENDIMENTI SUPERIORI

Quando parliamo di Eurobond ci riferiamo a titoli ancora poco conosciuti e di conseguenza poco presenti nei portafogli degli investitori italiani. Si tratta di titoli sicuri, perché godono del massimo rating, tripla A, da parte di tutte le agenzie di valutazione internazionali: questi titoli hanno quindi un rischio di credito praticamente nullo, paragonabile a quello dei Bund tedeschi, ma con rendimenti decisamente superiori. Si tratta quindi di un’interessante opportunità di diversificazione del portafoglio, da valutare sempre in accordo con il proprio consulente di riferimento.

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