FAQ
Il primo passo per capire come scegliere un consulente finanziario, è quello di sapere distinguere le diverse figure che offrono un servizio di consulenza finanziaria.
Possiamo identificare quattro figure principali: l’operatore bancario, il private banker, il promotore finanziario e il consulente finanziario indipendente.
- L’operatore bancario, anche noto come addetto titoli o retail banker, è un dipendente della banca e di conseguenza è stipendiato da quest’ultima. L’operatore bancario vi riceve in filiale ed è specializzato nella vendita di prodotti finanziari della medesima banca o di società finanziarie con cui collabora la sua banca.
- Il private banker, come l’operatore bancario è un dipendete della banca, remunerato da quest’ultima. Tuttavia, il private banker si contrappone all’operatore bancario poiché la sua è una consulenza rivolta ad una clientela dotata di patrimoni di entità rilevante.
- Il promotore finanziario, rinominato con l’istituzione dell’Albo unico dei consulenti finanziari “consulente abilitato all’offerta fuori sede”, ha partita Iva, opera per conto di una banca o di una società finanziaria con un mandato e viene pagato con la retrocessione di una parte dei costi dei prodotti che vende. Tuttavia, può proporre prodotti di investimento di varie società e non soltanto dalla società che lo assume. Per legge è obbligato a palesare al cliente da chi è pagato. Questa figura è nota anche come Personal Financial Advisor, family banker, private banker a partita iva o wealth advisor.
- Il consulente finanziario indipendente, contrariamente all’operatore bancario, al private banker e al promotore finanziario, viene remunerato solo a parcella dal cliente. Il consulente finanziario indipendente è un libero professionista che lavora esclusivamente nell’interesse del proprio cliente. Quest’ultimo, consiglia una strategia di investimento in base agli obbiettivi economici del cliente. Non impartisce alcun ordine, ne opera direttamente con i vostri soldi. Il cliente, una volta ricevuto il consiglio, impartisce l’ordine di esecuzione alla propria banca di fiducia. Con l’istituzione dell’Albo Unico, il consulente indipendente è stato rinominato “consulente autonomo”.
Per scegliere la giusta figura che offre un servizio di consulenza bisogna analizzare i possibili conflitti di interesse.
Nel caso in cui, un promotore finanziario, un operatore bancario o un private banker dovesse vendere un prodotto mediocre, con alti costi e basso potenziale di rendimento, rischierebbe di non soddisfare il cliente e perderlo. Ma d’altra parte deve fare anche l’interesse di chi lo paga, la banca o la rete commerciale di cui fa parte. Se questa spinge per la vendita di quel prodotto non può opporsi più di tanto. Inoltre per incentivarlo a vendere determinati prodotti (costosi e rischiosi) gli vengono promesse laute provvigioni, quindi diventa facile che il portafoglio del cliente venga infarcito di questi prodotti. In altre parole, l’operatore bancario e il promotore finanziario hanno un conflitto di interesse poiché non sempre gli obbiettivi ed interessi economici suoi e della banca sono in linea con quelli del cliente. Il rischio maggiore è che i suoi interessi e quelli della banca vengano prima dei vostri.
Tutt’altra vicenda per quel che riguarda la figura del consulente finanziario indipendente. Essendo remunerato esclusivamente dal cliente con una parcella, è praticamente impossibile che vi proponga scelte in conflitto con il vostro interesse. In effetti, se il cliente non è soddisfatto dal lavoro svolto cambierà consulente e lui non percepirà nessuna remunerazione. Questo permette al cliente di essere sicuro che il consulente finanziario indipendente agisca sempre nel suo interesse e mai nell’interesse di terzi.
Con l’istituzione dell’Albo Unico dei consulenti finanziari, suddiviso in tre sezioni (consulenti finanziari abilitati all’offerta fuori sede, società di consulenza e consulenti autonomi) finalmente un investitore potrà discernere i consulenti realmente indipendenti (quelli denominati “autonomi”) da quelli legati a gruppi bancari o società commerciali.
Non vi è alcun dubbio che il consulente finanziario indipendente sia l’unica figura in grado di fornire tutti i suoi servizi finanziari in modo disinteressato e nell’esclusivo interesse dei clienti.
Alcuni dati statistici:
L’Italia, relativamente all’indice totale di alfabetizzazione finanziaria, si piazza al venticinquesimo posto su 26. Rivolgiti ad un consulente finanziario indipendente per pianificare al meglio le tue risorse finanziarie.
L’Italia, insieme Taiwan, è il paese che ha i fondi più costosi al mondo. Rivolgiti ad un consulente finanziario indipendente per scegliere gli strumenti più efficienti e adatti ai tuoi obiettivi.
Il 50% degli investitori non si fida degli intermediari finanziari. Rivolgiti ad un consulente finanziario indipendente, professionista autonomo, completamente slegato dalle dinamiche di banche e reti.
Nel 2019, gli investitori hanno visto sottrarsi il 36% dell’utile generato dai fondi. Tale importo è stato incassato dalle banche e SGR. Rivolgiti ad un consulente finanziario indipendente per scoprire alternative di investimento più efficienti.
Il 91,5% del successo di un portafoglio è legato alle decisioni in merito all’asset allocation. Rivolgiti ad un consulente finanziario indipendente per pianificare al meglio le tue risorse finanziarie e raggiungere i tuoi obiettivi di vita.
Oltre l’80% dei fondi attivi a livello globale non batte il proprio benchmark. Il motivo principale è l’elevato livello di commissioni. Rivolgiti ad un consulente finanziario indipendente per scoprire alternative di investimento più efficienti.
Più del 60% degli investitori è preoccupato per il proprio futuro pensionistico. Rivolgiti ad un consulente finanziario indipendente per pianificare il tuo futuro.
Fonte: Consob 2020 e NAFOP
Il consulente finanziario indipendente è un libero professionista che fornisce tutti i suoi servizi in modo disinteressato e nell’esclusivo interesse dei clienti.
Innanzitutto utilizza un metodo, segue una strategia. Seleziona i prodotti seguendo dei criteri e delle regole precise.
Nella costruzione del portafoglio e più nello specifico nella scelta di ogni singolo titolo prende in considerazione: variabili macroeconomiche, fondamentali degli emittenti e analisi tecnica.
Applica una gestione attiva. Il portafoglio è soggetto ad un continuo processo di allineamento ai nuovi scenari di mercato dovuti all’evoluzione del contesto politico, economico e finanziario, divenendo, così, più aggressivo o prudente in base alla situazione.
Il portafoglio non viene lasciato fermo per mesi in balia degli eventi. Grazie ad una gestione attiva, si ha una maggiore possibilità di cogliere le opportunità che si presentano ogni anno sui mercati e in caso di situazioni non favorevoli di vendere tempestivamente.
Per realizzare un’appropriata selezione dei titoli (Security picking) e un’efficace tempistica di acquisto e vendita dei titoli (Market timing) un bravo consulente finanziario indipendente analizza costantemente il mercato, attuale e futuro e tiene conto delle preferenze di rischio/rendimento dell’investitore.
Per ridurre il rischio e bilanciare bene il portafoglio, il consulente finanziario indipendente diversifica su svariate asset class a livello internazionale: Titoli di Stato, obbligazioni societarie investment grade, obbligazioni societarie high yield, obbligazioni europee, americane, dei Paesi emergenti, azioni, materie prime, valute. All’interno di ogni classe di attivo diversifica l’investimento in vari prodotti. Questa struttura consente che anche fluttuazioni dei prezzi o rischi improvvisi, non abbiano un effetto negativo significativo sul portafoglio e non superino i limiti di tolleranza predefiniti dei clienti.
In conclusione, un bravo consulente finanziario indipendente riesce a massimizzare il rendimento sostenendo il minimo rischio.
A differenza dell’operatore bancario, del private banker e del consulente finanziario bancario, i quali sono remunerati dalle commissioni derivanti dalle vendite dei prodotti finanziari e a volte anche da una parcella (fee-based non fee-only), il consulente finanziario indipendente applica soltanto una parcella (percentuale fissa sul capitale investito) per il servizio di consulenza prestato.
“Fee only” significa solo a parcella. I consulenti finanziari indipendenti sono remunerati soltanto a parcella dal proprio cliente. Di conseguenza, sono liberi da qualsiasi forma di conflitto di interesse.
Nel caso in cui il tuo consulente è indipendente, allora è iscritto nell’Albo nella sezione degli autonomi altrimenti i consulenti che lavorano per banche o reti sono iscritti nella sezione degli abilitati all’offerta fuori sede. Qualora il tuo “consulente” non è iscritto nell’Albo, allora non è abilitato a prestare alcun servizio di consulenza in materia di investimenti.
Il consulente finanziario indipendente può consigliare qualsiasi strumento all’interno dell’universo investibile (Titoli di Stato, obbligazioni societarie investment grade, obbligazioni societarie high yield, obbligazioni europee, americane, dei Paesi emergenti, azioni, certificati materie prime, valute), pertanto consiglierà esclusivamente strumenti efficienti. Contrariamente, i consulenti di banche e reti possono proporre soltanto strumenti della propria banca o con cui la banca ha accordi commerciali.
No. Il cliente non è mai obbligato a modificare il proprio portafoglio e ha sempre l’ultima parola su qualsiasi operazione.
Il numero di operazioni può variare a seconda del periodo di mercato. Tuttavia, solitamente l’operatività consiste in circa 10 operazioni l’anno.
No, il consulente indipendente deve rendere conto esclusivamente al cliente. Tra cliente e consulente finanziario indipendente si crea un rapporto fiduciario essenziale per raggiungere i propri obiettivi finanziari.
Soltanto un consulente finanziario indipendente è libero da qualsiasi forma di conflitto di interesse. In effetti, l’unica forma di remunerazione è la parcella del cliente stesso. Il consulente finanziario indipendente non è retribuito tramite commissioni, provvigioni o incentivi di terzi.
No, il consulente finanziario indipendente non può in nessun caso essere in possesso ed accedere al capitale del proprio cliente. Il cliente mantiene il proprio capitale nella sua banca di fiducia ed esegue personalmente o fa eseguire alla banca tutte le raccomandazioni fornite dal consulente finanziario indipendente.
Il cliente non deve cambiare banca. Continuerà a tenere i propri risparmi nella propria banca di fiducia.
Seppur la costruzione del portafoglio è costruita solitamente su un orizzonte temporale pluriennale, il contratto di consulenza ha durata annuale. Il cliente è libero di decidere ogni anno se rinnovare il contratto oppure no. Il mancato rinnovo non prevede alcuna penale.