DeepSeek: l’intelligenza artificiale open source che sta rivoluzionando il mercato

Negli ultimi tempi, il panorama dell’intelligenza artificiale (IA) ha assistito ad un momento di turbolenza significativa con l’emergere di DeepSeek, una startup cinese fondata a Hangzhou, che ha introdotto un modello di IA open source altamente efficiente. Questo sviluppo sta scuotendo le fondamenta del settore tecnologico globale, offrendo soluzioni avanzate a costi notevolmente inferiori rispetto ai giganti del settore.

L’ascesa fulminea di DeepSeek: un’IA per tutti

DeepSeek ha impiegato pochissimo tempo per imporsi come un punto di riferimento nel mondo dell’intelligenza artificiale. Lanciato nell’autunno del 2024, il suo chatbot ha rapidamente conquistato milioni di utenti, scalando le classifiche delle app più scaricate su Apple Store e Google Play.

Il segreto del suo successo? Un mix esplosivo di potenza, accessibilità e costi ridotti. Mentre altre soluzioni di IA richiedono abbonamenti annuali costosi, DeepSeek ha reso disponibili gratuitamente le funzionalità base, con un costo simbolico per l’accesso avanzato alle API. Questo approccio ha reso la tecnologia AI accessibile non solo ai professionisti, ma anche a studenti, piccoli imprenditori e curiosi.

Ma non è solo una questione di prezzo: DeepSeek ha colpito nel segno anche grazie alla sua filosofia open source, che ha attratto l’interesse della comunità di sviluppatori. Chiunque può contribuire al miglioramento del modello, segnalando bug o ottimizzando il codice. Inoltre, l’IA supporta sia l’inglese che il cinese, con una sorprendente capacità di elaborare testi e risolvere problemi complessi.

La reazione delle Big Tech e il caso Nvidia nell’ultima settimana

Questa news è stata un vero e proprio test di resilienza per le Big Tech della Silicon Valley ed in particolare per Nvidia, che ha subito un contraccolpo significativo.

Le aziende tecnologiche hanno mostrato un andamento contrastante, con alcune che hanno resistito meglio di altre all’onda d’urto dell’innovazione cinese. Se da un lato i produttori di hardware, come Nvidia e Broadcom, hanno registrato flessioni importanti, dall’altro, le aziende che sviluppano software basato sull’IA, come Microsoft e Google, sono state meno penalizzate.

Nvidia, in particolare, ha vissuto un crollo del 17% in un solo giorno. Anche se la reazione successiva ha mostrato una parziale ripresa, con un rimbalzo di oltre il 5%, segno che gli investitori non vedono un ridimensionamento immediato della sua leadership nel breve termine.

Il futuro delle Big Tech AI

Il mercato sta cercando di capire se la rivoluzione dell’IA a basso costo sarà un’opportunità o una minaccia per le aziende che dominano il settore tecnologico. La grande incognita rimane la capacità di Nvidia di mantenere la propria centralità nell’ecosistema IA, considerando che, nonostante la concorrenza cinese, molte delle soluzioni emergenti continueranno comunque a necessitare della sua tecnologia.

DeepSeek mette, infatti, in discussione il modello di business basato sulla vendita di chip ad alte prestazioni.  Mentre i produttori di hardware affrontano nuove sfide, le aziende che sviluppano software o che utilizzano l’IA stanno beneficiando di questa evoluzione. Con l’abbassamento dei costi associati all’implementazione dell’IA, sempre più aziende possono integrare queste tecnologie nei loro prodotti e servizi. Questo potrebbe portare a un’ondata di innovazione nel settore software, con applicazioni più intelligenti e personalizzate per gli utenti finali.

Open AI e DeepSeek: inizia la “guerra”

Negli ultimi giorni, OpenAI ha sollevato accuse contro la startup cinese, sostenendo che quest’ultima abbia utilizzato senza autorizzazione la sua tecnologia proprietaria per sviluppare un modello di intelligenza artificiale concorrente. Secondo OpenAI, DeepSeek avrebbe impiegato una tecnica nota come “distillazione”, che consiste nel migliorare le prestazioni di modelli più piccoli apprendendo da quelli più avanzati. Questa pratica, sebbene comune nello sviluppo dell’IA, potrebbe violare i termini di servizio di OpenAI. Microsoft, principale investitore in OpenAI, ha rilevato attività sospette legate a DeepSeek, suggerendo un possibile utilizzo non autorizzato dei dati di OpenAI.

L’improvvisa scomparsa dagli store: tra mistero e speculazioni

A seguito della notizia, l’app è improvvisamente sparita dagli store italiani di Apple e Google, lasciando utenti e analisti a chiedersi cosa sia realmente successo. Le prime ipotesi parlano di una richiesta di moderazione proveniente direttamente dalle autorità cinesi, ma il silenzio ufficiale attorno alla vicenda ha alimentato teorie ben più complesse.

Questa rimozione improvvisa ha sollevato interrogativi più ampi sul rapporto tra governi e intelligenza artificiale, in particolare su come le nuove tecnologie possano essere controllate o limitate per ragioni politiche o strategiche. DeepSeek è davvero un pericolo per l’ordine globale o rappresenta semplicemente una minaccia per il dominio delle Big Tech occidentali?

Mentre gli utenti europei si chiedono se e quando l’app tornerà disponibile, il caso DeepSeek potrebbe diventare un punto di svolta per il settore IA. Siamo solo all’inizio di una storia che potrebbe riscrivere le regole del mercato, ridefinendo i confini tra innovazione, regolamentazione e potere tecnologico.

Conseguenze di dazi e limitazioni commerciali

Le restrizioni commerciali imposte da alcuni paesi possono avere effetti imprevisti. Limitando l’accesso a determinate tecnologie o mercati, si potrebbe incentivare le nazioni colpite a sviluppare soluzioni autonome, riducendo la loro dipendenza da fornitori esteri. Il caso di DeepSeek ne è un esempio lampante: di fronte a restrizioni, la Cina ha sviluppato una propria soluzione di IA avanzata, dimostrando che le limitazioni possono stimolare l’innovazione interna.

 

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