BTP è l’acronimo di Buono del Tesoro Poliennale.
Si tratta di un titolo di Stato emesso dal Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano per finanziare il debito pubblico. I BTP sono obbligazioni governative a lungo termine, con scadenza da 3 a 50 anni, e offrono un rendimento fisso o variabile.
BTP A TASSO FISSO
Lo Stato italiano emette principalmente BTP a tasso fisso, che offrono un rendimento predefinito durante l’intera durata del periodo di emissione. Ad esempio, se investite in un BTP a tasso fisso con un tasso di interesse del 2% annuo, riceverete in pagamento interessi annuali in misura fissa (2 euro ogni 100 euro di capitale investito) e costanti per tutta la durata del titolo.
I BTP vengono collocati sul mercato attraverso aste alle quali possono partecipare solo banche o imprese di investimento autorizzate dalla Banca d’Italia. I cittadini risparmiatori possono acquistare BTP solo attraverso le banche per un valore nominale di 1000 euro o multipli di tale cifra.
BTP ITALIA E BTP VALORE
Il BTP Italia è stato introdotto sin dal 2012 per coinvolgere direttamente i risparmiatori individuali nel finanziamento del debito pubblico. E’ un titolo di stato legato all’andamento dell’inflazione.
Il BTP Valore, di recentissima emissione, è rivolto esclusivamente ai piccoli risparmiatori con rendimenti fissi crescenti nel tempo.
Entrambi hanno un premio fedeltà pari allo 0,5% per coloro che li detengono fino alla scadenza.
I BTP sono strumenti di investimento molto apprezzati dagli italiani. Tuttavia, come per qualsiasi investimento, è sempre consigliabile valutare attentamente i rischi e le opportunità prima di prendere una decisione.
DIFFERENZA TRA BOT E BTP
I “BOT”, Buoni Ordinari del Tesoro, sono titoli di Stato a breve termine, con una scadenza che di solito varia da tre mesi a un anno. Sono emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per coprire le esigenze di finanziamento a breve termine del governo.
Il rendimento dei “BOT” è dato dalla differenza tra il prezzo di emissione e il prezzo di rimborso
Il rendimento del BTP, invece, è dato dalle cedole che paga semestralmente o annualmente, e dalla differenza tra il prezzo di acquisto e di vendita.
In sintesi, i “BOT” sono titoli di breve termine emessi per coprire le esigenze di finanziamento a breve termine del governo, mentre i “BTP” sono titoli di lungo termine emessi per finanziare il debito pubblico a lungo termine.
La scelta tra i due dipende dalle esigenze di investimento, dalla durata preferita e dalla strategia di rendimento dell’investitore.
DIFFERENZA TRA BOND GOVERNATIVI E SOCIETARI
I titoli di cui abbiamo parlato finora fanno parte della grande famiglia delle obbligazioni governative, ovvero dei titoli di debito emessi dagli Stati sovrani per finanziare il fabbisogno. Questi bond si differenziano dalle obbligazioni societarie o corporate, che invece vengono emesse dalle singole aziende e vendute agli investitori. In questo modo le società ottengono il capitale di cui hanno bisogno e in cambio l’investitore riceve con cadenza annuale o semestrale il pagamento di interessi a tasso fisso o variabile.
Generalmente le obbligazioni governative sono ritenute più sicure, poiché è uno Stato sovrano a garantirne il pagamento: le prospettive cambiano se le finanze pubbliche del Paese in questione non sono floride e si manifesta il rischio di insolvenza. Le obbligazioni societarie, di contro, sono soggette al rischio che l’azienda non sia in grado di onorare il suo debito o che risulti insolvente sul pagamento degli interessi.
TASSAZIONE AGEVOLATA PER I TITOLI DI STATO
Chi sceglie di investire in titoli di Stato deve poi considerare il fatto che in Italia su questi investimenti viene prevista una tassazione agevolata al 12,5%, oltre all’esenzione dalle imposte di successione.
PAROLA D’ORDINE: DIVERSIFICARE
I titoli di Stato sono quindi l’investimento ideale? La risposta è: non esclusivamente. Anche nel caso di questi prodotti il consiglio è di detenerne in portafoglio una percentuale tale da bilanciare il rischio di investimento complessivo, tendenzialmente non superiore al 10%. È sempre preferibile diversificare e non affidare troppo patrimonio a un singolo emittente.
Bisogna poi sfatare il mito dei prodotti “di casa nostra” e guardare anche oltreconfine: al momento sul mercato sono presenti obbligazioni societarie europee e americane che arrivano a offrire rendimenti tra il 5% e l’8%. Se si guarda solo all’Italia si rischia concretamente di perdere soldi e occasioni.