Tra i prodotti d’investimento innovativi uno in particolare sta conquistando sempre più l’interesse del grande pubblico degli investitori:
Si tratta degli Nft, acronimo che sta per “non fungible token”. Un prodotto che vale sicuramente la pena conoscere meglio, sia che si decida di utilizzarli come investimento sia in caso contrario: si tratta in sostanza di piccole immagini digitali, che possono essere utilizzate per certificare la proprietà e l’autenticità di un bene che può essere una creazione digitale, come un’immagine, ma anche un bene fisico, come un oggetto da collezione, un’opera d’arte o altro. Quando si parla di Nft si intende un pezzo, un “gettone” appunto, non fungibile, cioè non sostituibile: questo li rende profondamente diversi dalle banconote, per le quali una vale l’altra purché siano dello stesso taglio, e più simili a un’opera d’arte esistente in numero di copie limitate. Un’altra caratteristica fondamentale degli Nft è il fatto che, pur non essendo criptovalute, questi “oggetti” possono rappresentare un atto di proprietà e un certificato di autenticità garantito dall’iscrizione in una blockchain. A ognuno di essi viene infatti associata una serie di numeri identificativi, che li caratterizza in modo univoco e viene registrata sulla blockchain scelta tramite uno smart contract. Quello degli Nft è un mercato in rapida evoluzione: secondo le stime della Reuters, nel 2020 valeva nel complesso 13,7 milioni di dollari, ma appena un anno dopo il valore è arrivato a superare i 17 miliardi di dollari. Dopo il boom, però, nei primi tre mesi del 2022 gli Nft hanno conosciuto una battuta d’arresto: un report di NonFungible riferisce di un crollo delle vendite del 50% rispetto al trimestre precedente. Nello stesso periodo gli investimenti in dollari sono diminuiti solo del 5%, proprio grazie alle cifre record raggiunte da alcuni beni digitali da collezione. Tuttavia, secondo il report questo andamento, causato dalla difficile situazione che si è innescata con la guerra in Ucraina e l’aumento dell’inflazione, è il segnale del fatto che anche gli Nft hanno iniziato a comportarsi come altri asset più tradizionali, come le azioni e le obbligazioni. Abbiamo detto che gli NFT iniziano a comportarsi come asset più tradizionali. Allo stesso tempo gli Nft sono asset speculativi e altamente soggetti alla volatilità come i bitcoin e le altre criptovalute. Un altro aspetto che i risparmiatori devono tenere ben presente quando si approcciano a questo genere di investimenti è il seguente: i mercati degli Nft non sono regolamentati, non esiste uno standard univoco sulle procedure e nemmeno una normativa omogenea di riferimento. Va poi considerato il fatto che gli Nft si possono comprare e vendere attraverso specifiche piattaforme, che però, nella maggior parte dei casi, fanno pagare commissioni per le transazioni effettuate sulla blockchain: commissioni che a volte, al crescere del numero degli acquirenti interessati, potrebbero diventare anche maggiori del valore del token. Per questi motivi il consiglio è quello di approcciare questo genere di mercati con la massima cautela e soprattutto non prima di aver studiato. Avere presenti le caratteristiche di base della blockchain e delle criptovalute è il punto di partenza: chi già possiede un e-wallet per le valute virtuali è ovviamente avvantaggiato, mentre per gli altri il suggerimento è quello di evitare il fai-da-te e affidarsi al supporto di un professionista. Il mercato degli Nft è sicuramente un’opportunità interessante, ma può nascondere diverse insidie per i non addetti ai lavori. COPIE LIMITATE
IL BOOM È FINITO?
UN ASSET MOLTO VOLATILE
STUDIARE, INFORMARSI E AFFIDARSI AL SUPPORTO DI UN PROFESSIONISTA