Steil afferma: “Con il coronavirus è sul tavolo della FED un eventuale nuovo taglio dei tassi”
Molti investitori si domandano se le banche centrali diventeranno delle attrici protagoniste per arginare gli effetti economici che potrebbe causare la diffusione del coronavirus.
Lunedì 3 febbraio la banca centrale cinese ha dato il via alle danze iniettando 22 miliardi di $ nei mercati, con il tentativo di dare maggiore liquidità mentre le quotazioni azionarie asiatiche crollavano nel primo giorno di negoziazione successivo al nuovo anno lunare.
Benn Steil, director dell’International Economics e senior fellow presso il Council of Foreign Relations afferma che l’epidemia del virus potrebbe addirittura costringere la FED ad effettuare un nuovo taglio dei tassi d’interesse.
Secondo un report di Goldman Sachs uscito questa settimana le stime di crescita del PIL cinese sono passate dal +6,1% al +5,5%, ma se l’epidemia dovesse ulteriormente peggiorare è probabile un ulteriore ribasso nelle stime.
Per Steil se la diffusione del corona virus non verrà fermata in fretta potrebbe addirittura portare ad un dimezzamento della crescita cinese nella prima metà dell’anno, cioè ad un PIL al +3%.
Tutto ciò potrebbe avere delle serie conseguenze anche per l’accordo commerciale USA-Cina della fase 1, il quale include l’impegno da parte dei cinesi di aumentare l’acquisto di beni statunitensi nei prossimi 2 anni per 200 miliardi di $.
Kudlow, uno dei principali consiglieri economici di Trump ha già affermato che potrebbe esserci un certo ritardo per il boom delle esportazioni USA dovute al coronavirus; probabilmente ha dichiarato ciò per smorzare le attese degli investitori.
Secondo Steil se la Cina dovesse iniettare ulteriore liquidità non porterebbe a chissà che giovamenti per la sua economia, a differenza degli USA, che a suo dire riuscirebbero a stimolare notevolmente l’economia, specie nei settori più in difficoltà come il manufatturiero e l’immobiliare.
Per il director dell’International Economics se i mercati dovessero crearsi delle aspettative su delle politiche monetarie espansive da parte della FED potrebbero trarne giovamento.
Contributo di Enrico Barbares