I fondi di investimento sono istituti di intermediazione finanziaria il cui compito è raccogliere i capitali accumulati dai risparmiatori e reinvestirli.
Nel dettaglio, il fondo investe i risparmi in asset – termine con il quale si indicano diverse attività come liquidità, obbligazioni, azioni e immobili – con l’obiettivo di incrementare il loro valore e, quindi, di creare profitto.
Un fondo di investimento è, in pratica, paragonabile a una sorta di cassa comune, guidata da professionisti, il cui scopo è assemblare le risorse di più investitori e farle fruttare.
Fondi di investimento
I fondi di investimento sono, inoltre, particolarmente adatti a tutti coloro che hanno a disposizione piccole cifre da investire, dato che sono sufficienti poche centinaia di euro per poter acquistare una quota del fondo e per poter quindi partecipare agli utili dello stesso.
Esistono diverse tipologie di fondi e il nome stesso del fondo ne descrive la particolare area di investimento. I principali sono: i fondi di liquidità o monetari, i fondi obbligazionari, i fondi bilanciati, i fondi azionari e i fondi immobiliari.
Come funzionano
I fondi di investimento sono costituiti principalmente da tre componenti:
- I fondisti, ovvero i risparmiatori che investono nelle attività del fondo acquisendone quote tramite i propri capitali.
- La società di gestione, la cui funzione è avviare il fondo stesso, stabilirne il regolamento e gestirne la liquidità.
- Le banche depositarie che custodiscono i titoli del fondo e ne detengono le disponibilità monetarie. Queste, inoltre, controllano se le attività svolte dal fondo siano legittime e, quindi, conformi a quanto prescritto dalle norme della Banca d’Italia e dal regolamento del fondo stesso.
Il risparmiatore può monitorare il suo investimento nel corso del tempo attraverso una serie informazioni che gli vengono messe a disposizione:
- valore della quota, pubblicato sui principali quotidiani o siti. Fornisce, giorno per giorno, l’ammontare e l’andamento dell’investimento;
- le modifiche su caratteristiche importanti del fondo, – come variazioni della politica di investimento, aumento superiore al 20% dei costi, cambio del gestore etc… – che vengono comunicate singolarmente a ciascun partecipante;
- la parte 2a del prospetto informativo, contenente tutti i dati aggiornati riguardo al rendimento del fondo; questa viene inviata al risparmiatore entro il mese di febbraio di ciascun anno;
- documenti contabili del fondo, ovvero rendiconto annuale e relazione semestrale. La loro funzione è illustrare la situazione patrimoniale e reddituale del fondo.
Il problema costi
Chi entra a far parte di un fondo comune di investimento deve sostenere i seguenti costi:
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- La commissione d’ingresso: una quota di sottoscrizione pagata al momento del primo versamento che va dall’1% al 4%
- La commissione di gestione: il costo sostenuto ogni anno dal fondista per la gestione del fondo, che va dallo 0,6% al 3% annuo
- La commissione di performance: il costo pagato dal fondista nel caso il rendimento del fondo superi un certo parametro prestabilito (benchmark)
- La commissione di uscita: il costo sostenuto dal fondista quando decide di vendere la sua quota del fondo.
- Le commissioni amministrative: costi legali e amministrativi
- La commissione di deposito: costo per remunerare la banca dove viene depositato il denaro
- Le commissioni di negoziazione: per l’acquisto e la vendita dei titoli da parte del fondo. I fondi sono fatti da tanti titoli che devono essere comprati e venduti. Se il fondo è composto da altri fondi, le commissioni aumentano ancora di più, perché ci saranno anche le commissioni di quei fondi.
Tutti questi costi incidono significativamente sul risultato del fondo.
Senza considerare il costo di ingresso e di uscita, che sono costi una tantum, il costo medio annuo di un fondo comune è il 2,2%.
Per il risparmiatore significa partire ogni anno da -2,2%. Il fondo deve rendere almeno il 2,2% annuo per tornare a zero, altrimenti l’investitore perde soldi.
Ecco perché risultano molto più convenienti ed efficienti gli Etf che hanno caratteristiche simili a quelle di un fondo comune ma un costo medio annuo dello 0,5%.
Ancora meglio costruire un proprio portafoglio composto da 20-30 titoli. In pratica farsi il proprio fondo personalizzato con l’aiuto di un consulente.