Domenica sera, i leader di 15 nazioni dell’Asia-Pacifico hanno siglato, in Vietnam, uno dei più grandi accordi commerciali della storia; il Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP). Lo scopo di tale accordo è quello di ridurre le barriere e agevolare il libero scambio delle merci in un’area che copre circa il 30% della produzione e dell’economia mondiale.
I paesi interessati sono: Brunei, Cambogia, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Filippine, Singapore, Thailandia, Vietnam, Australia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud.
Questo accordo è unico nel suo genere anche perché è il primo accordo commerciale ad unire Cina, Giappone e Corea del SUD.
Inseguito a quasi un decennio di negoziati, il Regional Comprehensive Economic Partnership segna un importante passo avanti per l’integrazione economica della regione e avvicina l’Asia-Pacifico a diventare una zona commerciale simile a quella Europea o Nord Americana. Detto ciò, la zona sarà ancora sottoposto a delle tariffe per il transito delle merci.
L’accordo iniziale, prevedeva anche la partecipazione dell’India. Quest’ultima si è ritirata dai trattati nel 2019, per paura di essere inondata di importazioni cinesi a basso costo.
Ovviamente, questo accordo ridurrà l’influenza degli Stai Uniti nella regione, soprattutto dopo che il presidente uscente Trump si è ritirato dalla Trans-Pacific Partnership.
Infine, secondo le stime degli analisti, il Regional Comprehensive Economic Partnership incrementerà le dimensioni dell’economia mondiale di circa 190 miliardi di dollari e aumenterà dello 0,2% il prodotto interno lordo dei suoi quindici membri.
Contributor: Andrea Panzitta