In Italia, accresce l’attenzione nei confronti della necessità di promuovere l’educazione finanziaria. Tuttavia, le campagne di promozione governative continuano ad adottare un approccio scontato, trasmettendo l’idea che investire interamente in Btp, Buoni del Tesoro Poliennali, sia la scelta migliore e compromettendo la regola d’oro del settore finanziario: il principio di diversificazione.
L’era dei Bot People
Una volta si parlava di “Bot People“, un fenomeno che definiva i risparmiatori più prudenti, che investivano in Titoli di Stato più sicuri, per azzerare i rischi. Un ricordo che risale all’epoca dell’espansione del debito pubblico, causata da governi che avevano fatto dell’assistenzialismo e delle partecipazioni statali la loro bandiera. Finanziavano progetti statali molto ambiziosi contando proprio sull’aumento del debito pubblico. Questo approccio, vicino al sistema sudamericano, risultava non sostenibile però nel lungo termine, perché incapace di resistere ai cambiamenti.
La mancanza di una solida educazione finanziaria nel Paese è sicuramente una delle principali conseguenze. In un contesto in cui tutti erano spinti ad investire esclusivamente in Titoli di Stato e il sistema era focalizzato sui Bot – Buoni Ordinari del Tesoro – ovvero titoli a breve termine, escludendo l’importanza della diversificazione e della pianificazione a lungo termine, l’educazione finanziaria veniva trascurata.
Un paradosso reale e attuale
Dopo il trascorrere degli ultimi decenni di cambiamenti significativi, il mondo si è evoluto e il settore finanziario ha subìto grandi trasformazioni, raggiungendo un macro trend storico di ribasso dei tassi che ha persistito a lungo. La necessità di sviluppare un’educazione finanziaria è finalmente emersa, aprendo un dibattito duraturo e portando a numerose iniziative e progetti. Emerge però un evidente paradosso: per finanziare nuovamente il debito pubblico, con manovre in deficit che destano preoccupazione sia in Europa che nei mercati e sfruttando l’incremento repentino dei tassi dovuto alle politiche monetarie a contrasto con l’inflazione, vengono promosse ingenti vendite di Btp.
La diseducazione finanziaria promossa dalle continue offerte di nuovi Btp
Premettendo e sottolineando che i Btp non rappresentano in alcun modo uno strumento dannoso per il risparmiatore, o per le necessità di finanziamento dello Stato, ma è uno strumento assolutamente valido, il problema risiede nell’eccessiva e preoccupante frequenza del suo utilizzo. Potrebbe essere paragonato a un cibo nutriente ma, se consumato in quantità eccessive, può causare indigestione e causare, al contrario, effetti indesiderati. Negli ultimi due anni, abbiamo assistito al ritorno dei “Bot-people“, ora rinominati “Btp-people“, ma il fenomeno è sostanzialmente lo stesso.
Qual è l’effetto collaterale? Tornare ad ignorare l’importanza dell’educazione finanziaria. I nuovi “Btp-people” non danno importanza ad una corretta pianificazione finanziaria, se possono semplicemente aspettare la prossima emissione autorizzata dallo Stato. Questa nuova tendenza potrebbe risultare “pericolosa”, causando dipendenza da un solo tipo di investimento, fortemente pubblicizzato dallo Stato e dalle banche, trascurando la diversificazione del portafoglio.
La lotta per l’educazione finanziaria
Ignorare un’educazione finanziaria corretta, significherebbe annullare decenni di sforzi e cambiamenti. Chi guida il nostro Paese ha il compito di pensare a come finanziare le casse dello Stato naturalmente, ma non può obliare la cruciale battaglia per l’educazione finanziaria, un obiettivo a lungo periodo essenziale per la crescita culturale della Nazione. Educare i giovani limitando la pianificazione del loro futuro all’acquisto di titoli di Stato sarebbe dannoso non solo per le generazioni di oggi, ma anche per le prossime a venire.
Questa causa dovrebbe essere al centro delle strategie di Governo, che potrebbero investire in programmi educativi mirati per le nuove generazioni. Un investimento per il futuro, che offrirebbe ai cittadini la capacità di prendere decisioni finanziarie informate e sostenibili.